sabato 26 febbraio 2011

Computer? No, grazie :)

Lo ammetto, non sono per nulla una patita,  nè tanto meno un'esperta della tecnologia. Altro che nativi digitali! Anzi, il mio rapporto con il computer è piuttosto conflittuale, lo conferma il fatto che il mio computer sia per la quinta volta, nel giro di un anno, in riparazione. Io non faccio proprio parte dei nativi digitali! Persino gran parte del funzionalemto dell' Università è legato alla rete: consultazione di dati, informazioni di carattere generale, iscrizione agli esame, visualizzazione degli esiti e quant'altro. Sono sincera, ogni volta ho delle grandi di fficoltà nel trovare ciò di cui ho bisogno all'interno dei vari siti, fortunanamente ho delle ottime compagne di corso che non ci pensano due volte a porgermi la mano tutte le volte in cui posso avere bisogno... E non sono poche! Tuttavia spero vivamente, un giorno, di potere camminare da sola all'interno del grande mondo del web.

venerdì 25 febbraio 2011

Nativi Digitali?

Il dibattito recente su “nativi digitali” e “immigranti digitali” è piuttosto acceso. Ma esistono davvero i nativi? E chi sono? Il loro modo di usare le tecnologie è legato alla loro età età? Emergono tipologie differenti di nativi digitali, che segnano la transizione dall’analogico al digitale dei giovani nei paesi sviluppati:

  
 Nativi digitali puri (0-12 anni)

 Nativi digitali spuri (18-25 anni)


 I Nativi Digitali Puri :

Se prendiamo in considerazione i bambini tra gli zero e il 12 anni, ci rendiamo conto che sono loro i veri nativi. Hanno un’esperienza diretta sempre più precoce degli schermi interattivi digitali (consolle per i videogiochi, cellulari, stereo, computer, iPod), così come della navigazione in internet. Nelle loro case e nelle loro camerette, infatti, i media digitali sono sempre più presenti, insieme ad altre esperienze di intrattenimento e socializzazione che vengono mediate e vissute attraverso Internet e i social network, oltre che dalle consolle per videogiochi.




I Nativi Digitali Spuri : gli studenti universitari

Che significa definire nativi digitali spuri gli studenti universitari? In realtà navigano tantissimo in internet, usano sempre più il cellulare prevalentemente per sms, foto e video, poco, però, per navigare in internet, non guardano quasi più la televisione e sentono poco la radio e purtroppo continuano a non leggere libri, se non quelli che studiano. Tuttavia il loro uso del Web è ancora ''molto analogico'' molto Web 1.0 . Sono loro stessi a definirsi utenti di base del Web. Gli studenti universitari navigano molto, usano i blog e leggono quelli dei loro amici, tuttavia con un aumento nel 201
0 dovuto al 'fenomeno facebook'.










  • Ecco chi sono davvero i nativi digitali

    Ecco chi sono davvero i nativi digitali

    Ecco chi sono davvero i nativi digitali

venerdì 11 febbraio 2011

Teatro


Che dire, è una delle grandi passioni della mia vita. Oltre ad essere un'assidua spettatrice di spettacoli teatrali, la parte che preferisco è interpretarli in prima persona. La sensazione che regala ogni volta il palcoscenico è sempre indescrivibile: paura mista ad adrenalina, mani e gambe che tremano e voglia di gridare che esplone sotto la luce dei riflettori.



Per festeggiare e concludere in allegria il perioedo di carnevale, io e la mia compagnia stiamo mettendo in scena una commedia. Si tratta della rivisitazione in chiave comica delle famosissime avventure di Zorro, il vendicatore mascherato. La risata è la chiave del nostro successo e anche la più bella e  grande ricompensa per tutti i nostri sforzi e il nostro impegno che il pubblico ci possa regalare. Quindi incrocio le dita e spero che possa essere l'ennesimo splendido ricordo da poter conservare nel bagaglio delle mie esperienze.


Cos'è Creative Commons??

L' associazione statunitense Creative Commons (CC), nata nel 2001, comprende una serie di licenze sui diritti d'autore (sette), a disposizione del pubblico il 16 dicembre 2002. 
In Italia, gli artisti sono tutelati dalla legge sul diritto d'autore. Nè la SIAE, nè le licenze Creative Commons creano diritti. 
La SIAE è un'organizzazione collettiva che si opera di tutelare gli autori che depositano volontariamente i loro lavori, in questo modo grazie alla SIAE il realizzatore del lavoro non concede libertà a terzi e si affida alla SIAE sia per la concessione di licenze e utilizzazioni delle proprie opere sia per riscossione e distribuzione dei compensi.
Così, fino al sopraggiungere di auspicabili modifiche allo statuto e al regolamento SIAE, la gestione collettiva tradizionale effettuata da quest'ultima, non può convivere con la gestione fatta in autonomia dall'autore che sceglie di applicare una licenza Creative Commons.

giovedì 10 febbraio 2011

Le Licenze Creative Commons (CC)

Le licenze Creative Commons si basano sulle seguenti 4 condizioni riportate nella tabella:

Creative Commons Attribution new iconAttribuzioneAttribution (BY)Permette che altri copino, distribuiscano, mostrino ed eseguano copie dell'opera e dei lavori derivati da questa a patto che vengano mantenute le indicazioni di chi è l'autore dell'opera.
Creative Commons Noncommercial iconNon commercialeNonCommercial(NC)Permette che altri copino, distribuiscano, mostrino ed eseguano copie dell'opera e dei lavori derivati da questa solo per scopi non commerciali.
Creative Commons No Derivative Works iconNon opere derivateNo Derivative Works (ND)Permette che altri copino, distribuiscano, mostrino ed eseguano soltanto copie identiche dell'opera; non sono ammesse modifiche basate sull'opera.
Creative Commons Share Alike iconCondividi allo stesso modoShare Alike(SA)Permette che altri distribuiscano lavori derivati dall'opera solo con una licenza identica a quella concessa con l'opera originale.
Dalla combinazione delle 4 clausole precedenti, nascono le 7 Licenze Creative Commons:                                           

CC-0
CC- ATTRIBUZIONE (BY)                  Cc-by new white.svg      
CC- ATTRIBUZIONE E NON COMMERCIALE (BY-NC)  Cc-by new white.svg  Cc-nc white.svg
CC- ATTRIBUZIONE E NON OPERE DERIVATE (BY-ND)  Cc-by new white.svg Cc-nd.svg
CC- ATTRIBUZIONE E CONDIVIDE ALLO STESSO MODO (BY-SA)  Cc-by new white.svg Cc-sa.svg
CC- ATTRIBUZIONE,  NON COMMERCIALE E NON OPERE
DERIVATE (BY-NC-ND)
  Cc-by new white.svg  Cc-nc white.svg Cc-nd.svg
CC- ATTRIBUZIONE, NON COMMERCIALE E CONDIVIDERE ALLO STESSO MODO (BY-NC-SA)  Cc-by new white.svg  Cc-nc white.svg    Cc-sa.svg   





Cosa permettono e cosa non permettono le licenze Creative Commons

Creative Commons approda anche su Facebook

Da pochissimo tempo è stata rilasciata una nuova applicazione per facebook, con lo scopo di consentire agli utenti la definizione di una delle sei licenze Creative Commons disponibili per i contenuti pubblicati all’interno del più famoso social network presente su internet (foto, video e testi). In questo modo ogni nuovo contenuto pubblicato all’interno di Facebook sarà “taggato” con la specifica licenza.



About Creative Commons....

Se decido di voler condividere alcune immagini, nella rete web, Creative Commons aiuta a pubblicare i propri lavori online, consentendo ai fruitori di sapere esattamente cosa possono e cosa non possono fare con esse. In tale caso, si deve "dare in licenza l'opera". Con una licenza Creative  Commons, voi conservate il copyright, tuttavia, è comunque permesso alle persone di copiare, distribuire e utilizzare tale lavoro, se riconoscono la paternità dell'opera, ma solamente alle condizioni specificate. Ad esempio, la Licenza Standard "protegge" l'opera secondo le esigenze dell'autore: consente di condividere le fotografie con chiunque, proteggendole allo stesso tempo. Invece, con la Licenza Sampling è possibile prendere e trasformare parti del lavoro per qualunque scopo che non sia la pubblicità, perché non è consentito; copiare e distribuire un lavoro per intero è proibito. Tale licenza è particolarmente adatta per i collage.



Licenza di uccidere? No, licenze Creative Commons!

Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d'autote per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello "alcuni diritti riservati". Il detentore dei diritti puo' non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell'opera o la creazione di opere derivate; e se sono possibili opere derivate, puo' imporre l'obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell'opera originaria. Le combinazioni di queste scelte generano le sei licenze Creative Commons. Quella di cui stiamo parlando è un'organizzazione non-profit. 

venerdì 4 febbraio 2011

CC => Creative Commons!


Grazie a wikipedia, ho scoperto che Creative Commons è un'organizzazione che si opera per evitare i problemi che le attuali leggi sul copyright creano per la diffusione e la condivisione delle informazioni. Il progetto fornisce diverse licenze libere che i detentori dei diritti di copyright possono utilizzare quando rilasciano le proprie opere sulla Rete. In poche parole, si cerca di mediare il rapporto che intercorre tra chi utilizza opere di creatività e coloro che potrebbero rivendicare i diritti d'autore, nel pieno rispetto delle leggi esistenti.

Questo è l'inizio

Un cantautore famoso nel ritornello di una delle sue più celebri canzoni diceva sempre "non sarà un'avventura...", e invece questa per me lo è davvero. Il viaggio che attraversa il mondo dell'università, tuttavia, ora è il momento della tappa dell'informatica. In poche ore ho triplicato le mio conoscenze, di partenza assai scarse, sul web, siti, browser, wiki e quant'altro. Passare da non sapere accendere un computer a creare un blog è un salto in alto notevole, spero solo di non avere troppa paura delle altezze.