giovedì 3 marzo 2011

Nel descrivere le caratteristiche del Web 2.0 si procede spesso per confronto con il Web 1.0, indicando come nel passaggio di versione alcuni elementi si sono evoluti o sono stati sostituiti da nuovi. Si tratta di un modo di rappresentare il Web 2.0 divulgativo e meno tecnico, ma efficace per riconoscere l'evoluzione dei sistemi di internet. Se prima la costruzione di un sito web personale richiedeva certe competenze e programmazione, oggi con i blog chiunque (persino io) è in grado di pubblicare i propri contenuti, senza possedere alcuna particolare preparazione riguardo alla materia. Se prima le comunità della rete erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione si è ribaltata. A farla da padroni sui blog sono scrittori, giornalisti, artisti o comunque persone con una preparazione informatica non particolarmente elevata.

From Web 1.0 to...... Web 2.0













Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di internet (e in particolare del Word Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, come youtube, wikipedia, facebook, myspace, twitter, gmail). Ci sono delle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni novanta, e composto prevalentemente da siti web statici, senza alcuna possibilità di interazione tra i diversi utenti, eccetto la normale navigazione tra le pagine, l'uso delle e-mail e dei motori di ricerca.

sabato 26 febbraio 2011

Computer? No, grazie :)

Lo ammetto, non sono per nulla una patita,  nè tanto meno un'esperta della tecnologia. Altro che nativi digitali! Anzi, il mio rapporto con il computer è piuttosto conflittuale, lo conferma il fatto che il mio computer sia per la quinta volta, nel giro di un anno, in riparazione. Io non faccio proprio parte dei nativi digitali! Persino gran parte del funzionalemto dell' Università è legato alla rete: consultazione di dati, informazioni di carattere generale, iscrizione agli esame, visualizzazione degli esiti e quant'altro. Sono sincera, ogni volta ho delle grandi di fficoltà nel trovare ciò di cui ho bisogno all'interno dei vari siti, fortunanamente ho delle ottime compagne di corso che non ci pensano due volte a porgermi la mano tutte le volte in cui posso avere bisogno... E non sono poche! Tuttavia spero vivamente, un giorno, di potere camminare da sola all'interno del grande mondo del web.

venerdì 25 febbraio 2011

Nativi Digitali?

Il dibattito recente su “nativi digitali” e “immigranti digitali” è piuttosto acceso. Ma esistono davvero i nativi? E chi sono? Il loro modo di usare le tecnologie è legato alla loro età età? Emergono tipologie differenti di nativi digitali, che segnano la transizione dall’analogico al digitale dei giovani nei paesi sviluppati:

  
 Nativi digitali puri (0-12 anni)

 Nativi digitali spuri (18-25 anni)


 I Nativi Digitali Puri :

Se prendiamo in considerazione i bambini tra gli zero e il 12 anni, ci rendiamo conto che sono loro i veri nativi. Hanno un’esperienza diretta sempre più precoce degli schermi interattivi digitali (consolle per i videogiochi, cellulari, stereo, computer, iPod), così come della navigazione in internet. Nelle loro case e nelle loro camerette, infatti, i media digitali sono sempre più presenti, insieme ad altre esperienze di intrattenimento e socializzazione che vengono mediate e vissute attraverso Internet e i social network, oltre che dalle consolle per videogiochi.




I Nativi Digitali Spuri : gli studenti universitari

Che significa definire nativi digitali spuri gli studenti universitari? In realtà navigano tantissimo in internet, usano sempre più il cellulare prevalentemente per sms, foto e video, poco, però, per navigare in internet, non guardano quasi più la televisione e sentono poco la radio e purtroppo continuano a non leggere libri, se non quelli che studiano. Tuttavia il loro uso del Web è ancora ''molto analogico'' molto Web 1.0 . Sono loro stessi a definirsi utenti di base del Web. Gli studenti universitari navigano molto, usano i blog e leggono quelli dei loro amici, tuttavia con un aumento nel 201
0 dovuto al 'fenomeno facebook'.










  • Ecco chi sono davvero i nativi digitali

    Ecco chi sono davvero i nativi digitali

    Ecco chi sono davvero i nativi digitali

venerdì 11 febbraio 2011

Teatro


Che dire, è una delle grandi passioni della mia vita. Oltre ad essere un'assidua spettatrice di spettacoli teatrali, la parte che preferisco è interpretarli in prima persona. La sensazione che regala ogni volta il palcoscenico è sempre indescrivibile: paura mista ad adrenalina, mani e gambe che tremano e voglia di gridare che esplone sotto la luce dei riflettori.



Per festeggiare e concludere in allegria il perioedo di carnevale, io e la mia compagnia stiamo mettendo in scena una commedia. Si tratta della rivisitazione in chiave comica delle famosissime avventure di Zorro, il vendicatore mascherato. La risata è la chiave del nostro successo e anche la più bella e  grande ricompensa per tutti i nostri sforzi e il nostro impegno che il pubblico ci possa regalare. Quindi incrocio le dita e spero che possa essere l'ennesimo splendido ricordo da poter conservare nel bagaglio delle mie esperienze.


Cos'è Creative Commons??

L' associazione statunitense Creative Commons (CC), nata nel 2001, comprende una serie di licenze sui diritti d'autore (sette), a disposizione del pubblico il 16 dicembre 2002. 
In Italia, gli artisti sono tutelati dalla legge sul diritto d'autore. Nè la SIAE, nè le licenze Creative Commons creano diritti. 
La SIAE è un'organizzazione collettiva che si opera di tutelare gli autori che depositano volontariamente i loro lavori, in questo modo grazie alla SIAE il realizzatore del lavoro non concede libertà a terzi e si affida alla SIAE sia per la concessione di licenze e utilizzazioni delle proprie opere sia per riscossione e distribuzione dei compensi.
Così, fino al sopraggiungere di auspicabili modifiche allo statuto e al regolamento SIAE, la gestione collettiva tradizionale effettuata da quest'ultima, non può convivere con la gestione fatta in autonomia dall'autore che sceglie di applicare una licenza Creative Commons.